30 dicembre 2006

Ornati geometrizzanti e rosone mandalico



Questo è uno dei piatti più difficili che ho fatto, è la riproduzione di un piatto fatto a Faenza nella seconda metà del 1400. L'originale è a Parigi al museo di Cluny ed ha un diametro superiore ai 40 cm , la mia riproduzione ha un diametro di 35 cm e miracolosamente è venuta senza difetti.

PS : questo l'ho venduto bene eh eh eh ... altro che ebay con i suoi compratori rasponi eh eh eh

la foto non gli rende giustizia !!!!

24 dicembre 2006

par condicio

Non potevo non mettere gli altri abitanti di casa mia , la Miri gatta impegnatissima e Inge la mia pastora tedesca cocca di casa....fra gli abitanti c'è anche un bipede maschio ma non ama farsi fotografare !!!!
Buon Natale !!!












Quasi Natale


Ho perso 2 mesi, tralasciamo il perchè, le penne le ho riportate a casa e questo è l'importante .
Adesso devo ricominciare 60 giorni senza usare un pennello , senza scrivere (però ho letto eh eh ) la mia mano quanto ci metterà a tornare buona a fare la riga pigheda? (come dice una mia amica) .

Loro mi sono mancati molto... Pino il gatto antistress e la Patella orrido mix di bassotto con le zampe lunghe...ovviamente sono sul mio divano !!!!

13 ottobre 2006

il primo vaso da farmacia



I vasi da farmacia sono una mia passione antica, chissà se sono loro che mi hanno fatto avvicinare alla ceramica ... ma sono difficili da fare , bisogna disegnare in verticale, gli spolveri non riescono bene ... si va a mano libera.
L'ho smaltato io e si vede :-) per paura che lo smalto non si attaccasse bene al bordo l'ho preparato troppo denso e non sono riuscita a scolarlo bene.
In cottura si è mosso , il traditore è colato.
Vabbè tornerò a Faenza dal mio torniante di fiducia , ricomprerò il coccio e riproverò finchè non viene bene, perchè ne voglio fare uno grande ,questo è piccino è alto 18 cm


ah l'ho messo in asta su ebay a 1 euro, non sono normale lo so .

24 settembre 2006

920°

Prima....
e dopo...la bella

16 settembre 2006

La mostra ad Argenta

I miei piatti di maiolica

La mostra ad Argenta

I quadri di maiolica del nostro maestro Urbano Mengozzi


Il graffito ferrarese fatto da tutti i membri dell'associazione artistica.

Avevamo fatto tutti questi pezzi per una banca che in cambio ci avrebbe fatto una donazione (per noi molto importante non si vive d'aria) ma qualche settimana fa ci ha comunicato che non rientriamo più nei loro progetti !!! Abbiamo lavorato tutto l'inverno con grande impegno e grandi speranze , il bello della questione è che ci hanno cercato loro.


La mostra ad Argenta

le piastrelle finalmente tutte insieme !!!!
Probabilmente le doneremo al Comune per il nuovo centro culturale ed espositivo che stanno costruendo....
il graffito ferrarese di Renata Gualandi

13 settembre 2006

la piastrella cotta

Prima...


e dopo....Alla mostra le piastrelle della cappella Vaselli hanno avuto molto successo , tanti complimenti e un po' di soddisfazione per noi !!!!

03 settembre 2006

La prima sfornata

zoom
La prima sfornata .
Non le ho fatte tutte io , si vedono le mani diverse e le interpretazioni diverse.
Io ho copiato pari pari le piastrelle dal libro come potevano essere nel 1400 appena fatte, c'è chi le ha volute "vecchie" così come sono adesso.
Siamo a metà dell'opera e mercoledì dobbiamo allestire la mostra !!!! Aiuto !!!

26 agosto 2006

la smaltatura

Questa è la mastella dello smalto , lo smalto è in polvere (apiombico e si può usare per le stoviglie ) diluito con tot acqua e un additivo sospensivante)
Prima di smaltare un oggetto bisogna mescolare bene lo smalto, aggiungere o togliere acqua in base al tipo di terraglia che si usa, rossa bianca gres ecc.., di norma si parte con 4 dita d'acqua sopra allo smalto
L'oggetto va ben pulito prima con una spugna umida per toglire la polvere, poi va immerso per alcuni secondi ...
poi bisogna aspettare qualche minuto senza toccare l'oggetto, deve assorbire bene lo smalto e asciugare. Si ritoccano con un pennello i punti di appoggio delle pinze, si ripulisce il fondo o il punto di appoggio altrimenti in cottura si attacca al piano del forno.
Adesso il piattino è pronto per la decorazione...

16 agosto 2006

La decorazione

Adesso posso cominciare a decorare la mia piastrella, per prima cosa la devo centrare perfettamente sul girello , altrimenti i cerhi non vengono perfetti (il più possibile perfetti).
I cerchi si chiamano filetti e sono i primi da fare, uso dei colori apiombici in polvere che vanno diluiti in acqua, i pennelli sono con il "serbatoio" in pelo di martora. Il serbatoio serve per accumulare abbastanza colore , che asciuga alla velocità della luce, per ottenere una linea uniforme per tutto il tratto. Non so se riesco a spiegarmi chiaramente ... si disegna con della polvere su della polvere, perchè lo smalto è una polvere aggrappata alla piastrella di terracotta.

Il colore violetto dopo la cottura diventerà blu e le sfumature si ottengono diluendo più o meno il colore con l'acqua. L'arancio rimane arancio :-)





Eccola finita e pronta per andare in forno a circa 920°, ma prima bisogna spruzzarci sopra la cristallina...passato Ferragosto.



15 agosto 2006

lo Spolvero


Lo spolvero ... serve quando un disegno è particolarmente complicato e la mano non troppo sicura. Quando si disegna sullo smalto bianco non si pùò sbagliare, c'è modo di cancellare ma al 99% dopo la cottura si vede ,basta un granello di colore. Mi dicono che prima o poi dovrò disegnare senza, vabbè anche il maestro li usa eh eh eh
Questa è una piastrella Vaselli, ho preso un foglio di carta da lucido (come la chiamo io) o carta da geometri. Ho disegnato la piatrella e il decoro , poi con un ago ho fatto dei buchi lungo tutto il disegno


Ho appoggiato lo spolvero sulla piastrella cercando di centrarlo perfettamente , poi con del carbone (di legna tritato finemente e chiuso dentro ad pezzetto di stoffa) sono passata sopra a tutti i buchini senza muovere il foglio e questo è il risultato.

12 agosto 2006

La Cappella Vaselli

Non è facile trovare immagini decenti delle piastrelle del pavimento della Cappella Vaselli in S.Petronio a Bologna, ma grazie alla Stefy ho potuto sfogliare un bel libro su S.Petronio . Sono tutte diverse fra loro, sono riuscita a vederle da lontano purtroppo ... non è possibile passeggiarci sopra :-) Mi sarei sdraiata e avrei passato ore ad analizzarle una per una !

Con la mia associazione, ArgenteaArte, abbiamo deciso di riprodurle e di presentarle alla nostra mostra collettiva ad Argenta (FE) in settembre.



Al 1487 è datato il pavimento della cappella Vaselli o di San Sebastiano in San Petronio a Bologna, che rappresenta la summa del repertorio faentino dell'epoca e che con la rappresentazione e l'iscrizione del suo autore "Petrus Andrea de Favencia, (urcellarius et seu pictor faventinus)", noto per altro da documenti d'archivio, sta a significare un segno 'umanistico' di grande rilievo tenuto anche conto dell'anonimato cui in genere si lega l'artigianato e in specie quello ceramico. Se Petrus Andreas è ancora vivo nel 1522 e risulta morto nel 1543, significa che vive il momento di grande espansione della maiolica faentina. (http://www.racine.ra.it/micfaenza/pubb/storia.htm)

cosa devo fare? non ho capito bene !!!


Cosa ? devo tornare a casa ? devo fare qualcosa ? no no non voglio !!! non è giusto !!!
Sono tornata ma già sto progettando un'altra fuga per settembre devo pur vedere come cresce la micina qui sopra . Papilla "forse abbandonata" davanti a casa dei miei amici in maremma. Bellissima e dolcissima.

24 giugno 2006

Geometrico





Continua la mia passione per il decoro geometrico di Deruta. Sono piccini hanno un diametro di 18 cm.

il mare di quest'anno

Torre dell'Orso -Lecce




vacanze finite e tutta l'estate per cuocere a vapore in pianura padana !!!!!

31 maggio 2006

Mare

Levanzo


Favignana


20 maggio 2006

RAKU

Finalmente le belle giornate e si ricomincia con la raku per feste e fiere, domani , con tutta la mia asociazione artistica, siamo alla sagra della porchetta e del tortellino di Lavezzola (detto fra noi l'unica festa del prodotto industriale perchè è sponsorizzata dalla Surgital "Fiordiprimi" e da Golfera "salame Golfetta" eh eh eh eh).
Farò tante ciotoline come questa forse....con la tecnica a raku ogni sfornata è una sorpresa !!!

per saperne di più
http://www.ceramicaraku.com/
http://www.arteraku.it/

04 maggio 2006

Quanto mi piace il blu

è un po' che non metto qualche maiolica, questo piatto mi ha fatto sudare 7 camice , ha un disegno geometrico di Deruta 30 cm di diametro.
C'è chi mi chiede quanto tempo ci metto a fare un piatto di questo genere...giorni... tanti giorni!!!!

27 marzo 2006

il sapore e la saba

Il sapore
è una specie di marmellata asprigna che serve per fare i dolci tipici emiliani in particolare i tortellini fritti modenesi. Io lo preparo tutti gli anni.

Savòr
(da "la cucina modenese" di Sandro Bellei)

500 g di saba
200 g di mele renette
200 g di pere
200 g di polpa di anguria
200 g di melone
200 g di polpa di zucca
50 g di gherigli di noci
1 arancia
1 limone

Mettere la saba in una grande pentola sul fuoco insieme con i gherigli di noce pestati, la frutta tagliata a fettine e la scorza senza nulla del bianco del limone e dell'arancia.
Fate bollire per circa 3 ore , schiumando di quando in quando e facendo attenzione che il savòr non si attacchi. Quando il tutto si sarà ridotto di 1/4 , spegnete il fuoco, lasciate raffreddare, poi versatelo in vasi di vetro che chiuderete ermeticamente e coserverete in un luogo asciutto , buio e ben areato.
Questa salsa è ottima con tutti i tipi di bollito e con i salumi caldi.
Nella ricetta del savòr, che si può fare anche senza la saba , partendo direttamente dal mosto ( in questo caso bisogna ammostare almeno il doppio d'uva) , gli ingredienti mutano a seconda delle stagioni e dei gusti.

ps. io metto anche le mele cotogne

Saba
(da " la cucina modenese" di Sandro Bellei)

8 kg di uva dolce e matura (meglio se bianca)
5 cm di corteccia di cannella
16 chiodi di garofano
2 limoni

Lavate bene gli acini dell'uva ,staccateli uno per uno per controllarne lo stato, asciugateli e metteteli in un'ampia pentola di coccio. Con un pestello , meglio con le mani, ammostate l'uva il più possibile, passatela al setaccio per togliere buccia e vinaccioli, poi rimettetela nella pentola.
Coprite con un canovaccio e fate riposare in un luogo fresco. Dopo 24 ore unite al mosto la cannella , i chiodi di garofano e la scorza di limone senza il bianco e ponete sul fuoco. Mescolando sempre ,fate bollire piano piano per almeno 12 ore, sinchè il mosto non si ritirerà di circa 2/3 . Schiumate per togliere eventuali impurità, poi lasciate raffreddare. Togliete la cannella e il liquido ottenuto, dolce, semiliquido e vischiso versatelo in bottiglie di vetro che sigillerete immergendo i colli in paraffina sciolta a caldo e conserverete in luogo fresco, asciutto e ben areato. C'è chi durante la cottura aggiunge 5-6 noci con il guscio, in modo che battendo contro il fondo e le pareti del recipiente evitino che lo sciroppo si attacchi. Un'avvertenza per controllare la perfetta cottura della saba consiste nel versarne alcune gocce su una carta: quando mettendola in pendenza , le gocce vi restano attaccate , la saba è pronta.

A me la regala un'amica di mia suocera .... per fortuna :-)

08 marzo 2006

Piadina con la pancetta


a un emiliano-romagnolo come sono io , nata in emilia e abitante in romagna, non puoi togliere il maiale, senza maiale ci si ammala ... eh eh eh eh

Questa piadina è il suo trionfo , un toccasana per un animo stressato da bistecchine con l'insalata e pasta al pomodoro scondito !!!
Ringrazio il chiosco vicino all'ospedale di Imola per avermi fatto fare pace con il mondo.
Ovviamente l'ho riprodotta all'istante !!!

La mia piadina è quella alta non quella sottile della riviera romagnola.

Piadina
1 kg di farina 0
150 gr di strutto
33 gr di sale , ma vanno bene anche 30 gr
15 gr di miele non troppo aromatico,
18 gr di lievito backing ( quello chimico per torta salate, la bustina ne pesa 16 di solito, va bene lo stesso)
150 gr di latte
300 gr di acqua
la proporzione dei liquidi l’avevo cambiati in 250 gr di latte e 200 di acqua per non avere in negozio dei cartoncini di latte aperti e la piadina mi piaceva di più.
Se impasti a mano la devi lavorare come una pasta frolla non devi fargli fare troppo glutine, fai la fontana con la farina
Metti al centro tutti gli ingredienti e la lavori giusto il tempo di amalgamare gli ingredienti.
Se impasti a macchina metti tutti gli ingredienti e fai andare non più di 5 minuti.
L’impasto deve essere morbido ma non appicicaticcio. Lo devi mettere in un sacchetto di plastica o in una ciotola chiusa con la pellicola e lo fai riposare in frigo per un’ora.
Poi fai delle palline da 150 gr e le tiri tonde alte dai 3-5 mm e ci fai tanti buchini con i rebbi di una forchetta.
Metti sul fuoco una padella larga tipo quella per fare le crepe la scaldi ben bene , ci adagi la piadina ,che deve essere stesa, lasci qualche minuto poi la giri bucherellandola se dovesse fare le bolle.
È cotta quando diventa più chiara e ha tante macchioline marroni ( se le macchioline sono nere la temperatura della padella è troppo alta e ti viene cruda dentro , se le macchioline sono chiare la temperatura della padella è troppo debole e ti ci vuole un secolo a cuocerla, stai tranquilla le prime le bruci , le seconde ti rimangono crude le ultime due o tre ti verrano bene hi hi !!! poi avrai trovato la temperatura ottimale !!). l’ideale sarebbe trovare un " testo" di ghisa che mantiene meglio una temperatura costante , le padelle antiaderenti di solito hanno un fondo troppo sottile per mantenere la temperatura costante , la piadina veniva cotta su "testi " di terracotta appoggiati sulle braci del camino.

la pancetta

la pancetta è quella fresca, che si compra dal macellaio, tagliata a fettine sottili circa 2-3 mm, l' ho tagliata a pezzi di circa 4-5 cm e messa a cuocere in padella antiaderente finchè non si è colorata per bene. Poi ho scolato il grasso che si era formato , ho salato e pepato e ho aggiunto nella padella del radicchio tardivo , un cespo a pezzi, ho sfumato con dell'aceto balsamico , ho cotto un paio di minuti e poi ho farcito le piadine appena fatte !!! (ne ho fatte solo 2 per non esagerare eh eh eh )

01 marzo 2006

Deruta


è ancora tiepido , appena sfornato !!!!
Ho abbandonato momentaneamente i decori di Faenza per una serie di 4 piatti con decoro geometrico di Deruta . Modestamente credo che mi sia venuto bene e con pochissimi difetti. Si ma adesso come faccio a darlo via !!! Figlio mio è !!!

24 febbraio 2006

una torta di mele


Questa torta me l'ha passata la mia amica Federica che ieri è diventata mamma !!!


Torta della Federica

In una ciotola mettere:
4-5 mele tagliate a fettine sottile
3 cucchiai di zucchero
3 cucchiai di rhum
1 manciata di uvetta (fatta rinvenire)
1 manciata di pinoli

Pasta fatta con :
2 uova
50 g di zucchero
1 bicchiere di latte
150 g di farina
1 bustina di lievito

2 cucchiai di marmellata diluiti con un po' di rhum

Mescolare mele e impasto e versare nella tortiera , imburrata e infarinata, spalmare sopra la marmellata e infornare a 180° per circa 30 minuti.

Io non ho messo ne il rhum ne la marmellata e probabilmente altri 10 minuti nel forno ci volevano. Buona buona però !!! e veloce da fare !

25 gennaio 2006

Pane ai 7 cereali



è il pane che preparo 2 volte alla settimana con il lievito madre, uso una farina del molino Spadoni ai 7 cereali , è profumatissimo !!!

Io e il lievito madre andiamo d'amore e d'accordo da quando ho addottato questo metodo di lavoro :
Rinfresco:
250 g di lievito madre del precendente rinfreso
500 g di farina 00 spadoni blu (specifico il tipo perchè contiene un poco di glutine in più delle altre 00)
250 g di acqua tiepida.

impastare bene , togliere 250 g di impasto, dargli la forma di palla e metterla dentro un grosso vaso di vetro con il coperchio , far lievitare a temp. ambiente fino al raddoppio, mettere in frigo fino alla prossima panificazione (resiste fino a 10 giorni senza battere ciglio se non inacidirsi un pelo)

Il resto dell'impasto rimetterlo nella ciotola dell'impastatrice e aggiungere 250 gr di acqua tiepida e far andare, si deve sciogliere un po'.
Aggiungere 300 gr di farina ai 7 cereali, 100 g di manitoba, 100 g di farina 00 ( o farina 0 , o farina integrale)
15 g di sale (dipende dai gusti)
1 cucchiaino di malto d'orzo
un giro d'olio extra vergine

Impastare bene e a lungo circa 20 minuti, coprire la ciotola dell'impastatrice e far riposare 4-5 ore, riprendere l'impasto lavorarlo un po' a mano e dargli la forma , di solito faccio 2 filoni, bagnarli sopra con acqua (pochissima io uso un pennello da cucina) e passarli sopra ai semi di sesamo o di papavero.
Mettere i filoni sulla placca da forno, poi dentro al forno con un pentolino d'acqua bollente , chiudere bene lo sportello.
Far lievitare per 12 ore circa (togliere dal forno e infornare poi quando il forno è caldo) e cuocere a 200° per circa 1 ora, sempre con il pentolino d'acqua sul fondo.
Far raffreddare su una griglia coperto da un canovaccio di stoffa.

14 gennaio 2006

Baccalà


Visto che il mio bellissimo piatto è ancora orfano e giace rinchiuso nella credenza solo soletto, l'altro giorno gli ho fatto fare un giro !

Ho preparato del baccalà mantecato e del panbrioche con il lievito madre ,non molto dolce, devo dire che il sapore deciso del baccalà si è sposato perfettamente !

BACCALA’ MANTECATO
la ricetta è di Rosa Maria Paniccia, di cucinait.com


Più volte commentato sul forum, lo ripeto perché alla base di altri piatti proposti, e così evito ricerche al lettore.
E’ immancabile a Venezia, dove viene servito a temperatura ambiente insieme alla polenta. Manteca: lavorazione che disfa e rende cremoso un alimento; eredità linguistica spagnola, caratterizza anche il risotto locale, a sua volta mantecato.
In particolare nei Bacari - sorta di osterie, in realtà luoghi di speciale venezianità, numerosi intorno a Rialto - viene proposto come cicchetto (piccolo spuntino, da mangiare insieme con l'ombra, ovvero il bicchiere di vino); in questo caso, si mette su crostini di pane fresco.
E vi verrà chiesto: con l’erbetta? Perché potrete scegliere tra quello “liscio” e quello aromatizzato con prezzemolo tritato.

Far sobbollire a leggero fremito d'acqua il baccalà, arrotolato e legato (notare: a Venezia chiamano baccalà lo stoccafisso, tuttavia, va bene anche il baccalà-baccalà) per 20';
- spinarlo e pulirlo da ogni pelle e pellicina;
- metterlo nel mixer con 1/4 del peso in olio - d'oliva o di semi - qui va presa una decisione che farà il gusto; io uso quello d'oliva.
Dico mixer, leggo su sacri testi che si faceva con la zangola, odo che alcuni millantano usare il gomito; la finezza dell’impasto, in ogni caso, contribuirà al gusto, e si potrà variarla.- mentre si batte, montando, ammorbidire con un po' del brodo di cottura e un po' di latte;- aggiungere pepe, aglio schiacciato e prezzemolo triturato (come avete letto, quest’ultimo è facoltativo);
il sale va aggiunto solo nel caso dello stoccafisso.
Si serve con la polenta, o calda e morbida, o a fette abbrustolita; nei bacari, come vi ho detto, verrà proposto anche sul pane
Rosa Maria Paniccia

05 gennaio 2006

l'ultimo nato


Ho messo in vendita la mia ultima fatica !!!! Non credo che prenderò i soldini che chiedo ma non c'è dubbio che lo vendo per meno !!! :-)
é nato per portare in trionfo le mie torte ma è troppo grande e ogni volta che lo tocco ho paura che mi cada, no no devo fare qualcosa un po' più da battaglia !!!:-)